Medici in fuga, sanità in crisi: via dagli ospedali 32mila posti letto in 2 anni

Il dossier: spariti 11mila medici. E negli ultimi 10 anni chiuse 95 strutture

Medici in fuga, sanità in crisi: via dagli ospedali 32mila posti letto in 2 anni

di Lorena Loiacono

In emergenza da codice rosso, il servizio sanitario è a corto di medici, posti letto e ospedali. A denunciarlo è il Forum delle 75 Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani che, dati alla mano, chiede una riforma strutturale e misure urgenti.

Da anni ormai mancano, negli ospedali italiani, qualcosa come 100mila posti letto di degenza ordinaria: in soli due anni, dal 2020 al 2022, ne sono stati tagliati 32.500. Non solo, mancano anche 12mila letti di terapia intensiva. Una carenza che spinge l’Italia in coda alle classifiche europee, visto che occupa il 22esimo posto nella graduatoria del numero di posti letto: la media italiana è di 314 posti letto di degenza ordinaria per 100mila abitanti rispetto alla media europea di 550 e di 8-10 posti letto di terapia intensiva per 100mila abitanti. Ben poca cosa rispetto ai 30 della Germania e a più di 20 della Francia.

I posti letto non possono essere attivati, ovviamente, se mancano i medici: è infatti in atto una vera e propria fuga dal servizio sanitario nazionale visto che tra il 2019 e 2022 sono stati oltre 11.000 i medici che hanno lasciato le strutture pubbliche.

Un fenomeno decisamente allarmante, guardando al futuro: «Entro il 2025 - ha spiegato il coordinatore Fossc, Francesco Cognetti - andranno in pensione 29.000 camici bianchi e 21mila infermieri, senza un sufficiente inserimento di nuovi professionisti. Sempre più giovani, formati a spese dello Stato per circa 150mila euro ognuno, vanno all'estero dove ricevono stipendi anche tre volte superiori».

Un impoverimento del servizio che riguarda quindi tutti i settori, anche le strutture: in 10 anni sono stati chiusi 95 ospedali, quindi il 9%. E le risorse sono sempre meno: «nel 2024 - si legge tra i dati del Fossc - il finanziamento del Fondo sanitario è aumentato in termini assoluti rispetto al 2021 ma è diminuito rispetto al Pil ed è fortemente eroso dall’inflazione». Non tornano i conti neanche con i Lea, i Livelli essenziali di assistenza, che non sono rispettati in 12 Regioni su 21. A restare indietro sono ancora una volta le regioni del Sud: «Le profonde differenze tra Nord e Sud - denuncia l’Anaao Assomed - in materia di salute mettono a rischio la coesione sociale del Paese».


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Aprile 2024, 15:47
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